Dal Libro bianco al decreto Biagi. Un possibile punto di partenza per la riforma del lavoro, di oggi

In occasione del ventennale dall’entrata in vigore del D.Lgs. n. 276/2003, ci chiediamo cosa sia rimasto di questo complesso normativo o, per meglio dire, cosa rappresenti ancora oggi. Innanzitutto, è stata la prima riforma complessiva ed organica del mercato del lavoro. Di cui resta: lo spirito innovatore, perché le norme si inserivano in un contesto che aveva l’improcrastinabile necessità di modernizzarsi per stare al passo con il tessuto imprenditoriale; l’esempio del metodo di lavoro di tecnici che avevano individuato e cercato di risolvere le esigenze e le criticità che sono, in parte, le stesse con cui ci confrontiamo anche oggi; la disciplina positiva di alcuni istituti; il senso d’incompiuto rispetto a ciò che avrebbe potuto essere se a quell’iniezione di flessibilità in entrata fosse stata accompagnata una pari flessibilità in uscita e politiche attive efficienti. Rimane, quindi, una lezione a cui attingere, non tanto e non solo con riferimento al D.Lgs. n. 276/2003, ma all’intero Libro bianco quale punto di partenza per riforme più organiche del mercato del lavoro. Di oggi!

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