Rimborsi spese e indennità di trasferta per fini retributivi: criticità e aspetti sanzionatori

Con la ripresa della mobilità del personale, in Italia e all’estero, torna attuale il tema della gestione amministrativa e contabile da parte delle aziende. In alcuni casi, il particolare regime di esenzione fiscale e previdenziale previsto sugli importi riconosciuti a titolo di indennità di trasferta e rimborso spese sostenute dal lavoratore può essere utilizzato per riconoscere ai propri collaboratori somme esenti con azzeramento del cuneo fiscale per il lavoratore e abbattimento del costo del lavoro per il datore di lavoro. Tuttavia, utilizzare il riconoscimento di indennità di trasferta e rimborsi spese fittizi come forma di “retribuzione” al fine di raggiungere importi netti mensili concordati o per remunerare ore di lavoro che eccedono l’orario ordinario, espone l’azienda al rischio di sanzioni di carattere amministrativo e contributivo.

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