Reperibilità del lavoratore: in quali casi rientra nell’orario di lavoro

La reperibilità del lavoratore rappresenta un’obbligazione relativa alla possibile chiamata del datore di lavoro, che può esaurirsi senza o con l’effettiva prestazione di servizio. Il turno di reperibilità deve essere ricompreso all’interno dell’orario lavorativo solo allorquando il lavoratore sia effettivamente chiamato ad effettuare la prestazione lavorativa. Vi sono tuttavia delle ipotesi “intermedie”, tra la reperibilità attiva a quella passiva, che, secondo la Corte di Giustizia, rientrano nell’orario di lavoro, in quanto vincolano eccessivamente il lavoratore, con un’intensità tale da incidere significativamente ed oggettivamente sulla sua facoltà di gestire liberamente il tempo. Se ne parlerà durante la XIII edizione del Festival del Lavoro, organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla sua Fondazione Studi, che si svolgerà a Bologna dal 23 al 25 giugno 2022.

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