Il decreto del Ministro del Lavoro, n. 195/2024, recante il “Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro per un’Italia più giusta e sicura”, mi ha sorpreso. L’obiettivo che si prefigge è anche quello di realizzare politiche di prevenzione in un mondo caratterizzato da rischi emergenti e nuovi, non ancora pienamente conosciuti e quantificabili, intervenendo per ridurre efficacemente quelli tradizionalmente noti, coerentemente con le previsioni della Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, nonché con l’Agenda ONU 2030; documenti strategici che invitano ogni livello istituzionale ad anticipare i cambiamenti determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica per migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. ln tale prospettiva temporale è necessario considerare l’impatto sul mondo del lavoro di fenomeni come le pandemie, il climate change, la digitalizzazione dei luoghi di lavoro, l’impatto della robotizzazione e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ampi settori del mondo produttivo. E allora mi chiedo: quale rilievo l’IA assumerà nel quadro del nostro TUSL, e, in particolare, se sia una possibile fonte di responsabilità? La mia risposta è che l’IA può essere in grado di dare supporto all’impresa in vista di una valutazione dei rischi doverosamente completa ed esaustiva.