Sebbene già in passato vi fossero diverse proposte legislative, il 2023 è stato l’anno della proposta delle opposizioni che prevedeva l’introduzione di un salario minimo di fonte legale che determinava una soglia minima generalizzata alla retribuzione oraria di 9 euro. Nel corso dell’iter legislativo, la proposta di legge ha subito un radicale stravolgimento ad opera dell’attività emendativa della maggioranza di Governo che ha trasformato il testo da una norma sul salario minimo legale ad una delega al Governo per legiferare sulla materia, conferendo un ruolo centrale alla contrattazione collettiva ed in cui non si parla di “salario minimo” ma di un “trattamento economico complessivo minimo”, differenza sostanziale. Un importante ribaltamento di prospettiva!