L’obiettivo dichiarato della direttiva UE 2023/970 in materia di trasparenza salariale è quello di eliminare le disparità retributive. Si tratta di finalità in buona parte raggiungibili subito sia nel settore pubblico sia nel settore privato, grazie al corpus normativo già esistente nell’ordinamento italiano. Alcune disposizioni della direttiva 2023/970 hanno un livello di dettaglio molto elevato, tanto da far emergere il fondato dubbio sulla loro natura self-executing. Si possono delineare da subito posizioni attive nei rapporti orizzontali (tra datore e lavoratore)? Ovvero, c’è maggiore spazio interpretativo per sostenere che possano essere utilizzate nei rapporti verticali (cittadino/stato italiano) per eventuali richieste danni da ritardi/inadempimenti nel recepimento della direttiva? La contrattazione collettiva può avere un ruolo nell’anticipare le disposizioni comunitarie?